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DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELLA ALIMENTAZIONE

22 Ottobre 2020 di Dr Letizia De Mori
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I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione


 

I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (o Disturbi del Comportamento Alimentare)

Sono caratterizzati da comportamenti errati circa l’alimentazione stessa, con un eccessivo o limitato ingerimento di cibo o comportamenti non adeguati (APA, 2013). Tutti questi comportamenti compromettono la vita sociale e la salute dei pazienti affetti da queste patologie e rappresentano una delle cause più frequenti disabilità giovanile associata ad un elevato rischio di mortalità. I disturbi alimentari classificati nel DSM 5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) sono divisi in sei categorie diagnostiche principali:

 

 

La maggior parte dei disturbi dell’alimentazione sono riscontrabili nell’età compresa tra i 15 e i 25 anni, in particolare la fascia d’età in cui esordiscono l’anoressia e la bulimia nervosa è quella adolescenziale tra i 15 e i 19 anni (Raevuori, Hoek e Susser, 2009). L’adolescenza è un periodo molto particolare della vita di ogni individuo, si affrontano cambiamenti fisici importanti, oltre che quelli prettamente psichici. In questo particolare momento di crescita sia fisica che psichica, i ragazzi entrano nella comune “crisi adolescenziale”, sia nei confronti di se stessi, sia che del mondo esterno che li circonda. Da qui comincia a definirsi l’identità personale attraverso l’autorealizzazione, il confronto con i coetanei e la ricerca della propria autonomia (Turnbull, Ward, Treasure e Jick, 1996). Un maggior esordio in età adolescenziale sembra essere anche collegato ad eventi stressanti come gli esami di maturità, le prime delusioni affettive o il divorzio dei genitori.

I disturbi dell’alimentazione si manifestano anche in età pre-adolescenziale, e questo dato sta incrementando in modo esponenziale negli ultimi anni, inoltre l’età in cui si intraprendono le prime diete si sta abbassando velocemente. Da alcuni studi (Shapiro, Newcomb e Loeb, 1997; Maloney et al. 1989) è emerso che già a 8 anni le bambine iniziano a preoccuparsi del proprio peso e forma del corpo, iniziano diete anche se sono normopeso o addirittura al di sotto del normopeso. Da dati più recenti si può constatare un aumento dei casi ad esordio precoce, in parte dovuto ad un abbassamento dell’età di comparsa del menarca, ma anche ad un’anticipazione dell’età in cui gli adolescenti sono esposti agli ideali di bellezza/magrezza attraverso internet e ai diversi mezzi di comunicazione. L’esordio precoce di un disturbo dell’alimentazione comporta anche un maggior rischio di sviluppare danni secondari permanenti, soprattutto per quanto riguarda le ossa e il sistema nervoso centrale che non hanno ancora raggiunto la piena maturazione in adolescenza.

L’età di esordio del BED (Disturbo da binge-eating) si colloca più avanti rispetto alle altre diagnosi, con un picco significativo nella prima età adulta. L’esordio di anoressia e bulimia in età più avanzata sono sempre più frequenti, anche se al momento esistono pochi studi a riguardo. Ciò comporta un maggior rischio di cronicità e comorbidità con disturbi psichiatrici come ansia e depressione. L’insoddisfazione per la propria immagine corporea è elevatissima nelle pazienti di età compresa tra i 14 e i 17 anni, circa il 10% di queste ragazze reagisce a questa insoddisfazione con una restrizione calorica o con la selezione del cibo che sfocia frequentemente in un Disturbo del comportamento alimentare (Faravelli, Ravaldi, Truglia et al. 2006). Per i motivi sopra elencati è fondamentale un intervento precoce soprattutto in una fase delicata qual è l’adolescenza, un trattamento ben integrato (collaborazione tra psicologo, medico e nutrizionista) ha un livello di efficacia alto che porta ad evitare una cronicizzazione del disturbo.

Il trattamento d’elezione per questi disturbi è la terapia cognitivo comportamentale (CBT) come riportato nelle line guida NICE (2017). La terapia cognitivo comportamentale migliorata (CBT-E), si occupa dei processi di mantenimento dei disturbi dell’alimentazione più che su quelli che hanno portato al suo insorgere, anche se spesso i fattori scatenanti e quelli di mantenimento possono coincidere e sovrapporsi inoltre si focalizza principalmente sui pensieri (parte cognitiva), e sui comportamenti che sono coinvolti nei loro meccanismi di mantenimento (Fairburn, Cooper e Shafran, 2003).

 

Studio Psicologico

Dr. Letizia De Mori

Psicologa Titolare

British Psychological Society

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